Post pubblicato su Facebook il 08/11/2019
La pesca del pesce spada nello Stretto di Messina ha origini molto antiche, le prime tracce risalgono a partire dal II secolo A.C. dove, secondo alcuni scritti, non veniva usata nessuna imbarcazione ma si effettuava un appostamento dagli scogli per aspettare ed arpionare la preda.
Nei secoli più recenti (1400 circa), venne introdotta un tipo di imbarcazione di origine araba chiamata Feluca o Luntro (“Luntru” in dialetto messinese) lunga dai 5 ai 7 metri con un albero maestro di avvistamento. Il pescatore detto antennista, una volta avvistato il pesce spada gettava un grido di allarme al collega incaricato di cogliere il momento giusto per lanciare la fiocina, la quale veniva legata all’imbarcazione con una lenza. Il pesce infilzato affiorava saltando fuori dall’acqua e s’inabissava, finché stremato si arrendeva al pescatore. Il pesce colpito viene issato a bordo e un pescatore incide, vicino la branchia un segno, detto “a Cardata ra cruci” in segno di rispetto.
Dagli anni ’50 in poi vennero introdotte alcune modifiche alle imbarcazioni tra cui l’aggiunta di una passerella a prua e del motore, per affrontare meglio le correnti dello Stretto.